domenica 28 febbraio 2010

Il coraggio della ventola

Oggi ho preso coraggio e ho smontato il computer per pulire la ventola.
Tutto bene, la ventola è pulita e tutto funziona di nuovo.
Ma poi non funziona più niente e il mio computer comincia a spegnersi sempre.
Sob.
Il blog poi, da un po' di giorni, ha perso la sua cronologia interna se così si può chiamare, alcune cose che ho scritto il 27 sono finite datate il 24.
Non posso correggerlo e mi sento che sto odiando un po' tutto quello che a che vedere con la tecnologia.
C'est la vie!

sabato 27 febbraio 2010

Eisner, Ficarra e il cane

La presentazione di Marco è stata molto bella.
C'erano delle persone molto preparate e la biblioteca era bellissima.
Alla fine un signore molto anziano, nato nel '29, mi ha raccontato che a conosciuto Eisner e che ha un suo Spirit a casa.
Non lo ha mai venduto.
Sarà l'eredità per i suoi nipoti.
Poi tornando a casa c'era una signora tutta nascosta su un gradino di un portone che chiamava il suo cane che era poco distante su delle scale.
Ho pensato che non riuscisse a vederlo e le ho detto, E' lì il cane ma mi ha risposto che Lo so ma lo addestro che lui è cane fifone e si deve abituare... Mi cerca...
Il cane, quando gli sono passata vicino, era molto perplesso oltre che molto anziano.
Sentiva i fischi e allungava il collo ma aveva anche la coda tra le gambe e non si muoveva di un millimetro.
Stamattina mi piacerebbe essere come quel cane, avere qualcuno che continua a provarci e a crederci. Un po' come ha detto il professor Marchesi all'incontro, è difficile uscire da questo stato di cose orribili nel nostro paese, ma si può ricominciare.
Possiamo ripartire dagli asili e insegnare il rispetto per i diritti umani e farci carico, ognuno, dell'educazione dei più giovani.
Un paese con un futuro e un paese che singolarmente e comunitariamente educa le nuove generazioni a non commettere più gli stessi errori.
Un paese generativo fa come la signora con il cane, ci crede fino alla fine.
Anche se il cane è vecchio, anche se è forse la millecinquecentesima volta che ci si nasconde dietro un portone.
Anche se qualcuno, quel cane là, pensa che non sia importante.

venerdì 26 febbraio 2010

STALAG XB

VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2010 ORE 17,30
Presso la Biblioteca J.L. Borges
Via dello Scalo 21/2
STALAG XB
ROMANZO A FUMETTI DI MARCO FICARRA
Basato sulla reale vicenda di Gioacchino Virga.
Internato militate in Germania n. 82958
Ne discutono con l'autore Luisa Raffaelli e Luana Vergari

mercoledì 24 febbraio 2010

Vie héroïque

Fino a dodici ore fa c'era ancora Parigi e top chef in tv e Gainsbourg di Sfar al cinema e Libération da leggere.
Oggi invece sono qui.
In un paese dove la corruzione è cresciuta del 253% nell'ultimo anno.
Dove a giudicare dalle mail che arrivano nella mia casella di posta il malcostume è così diffuso che quasi ti vien da dire e da pensare Non ci sono speranze.
L'etica non esiste e rimane solo Une vie héroïque, per chi ne è capace.

©France Gall - Laisse tomber les filles

martedì 23 febbraio 2010

L'orchidea al tg

Abbiamo scoperto che il tale che ci affitta la casa conduce il tg delle 12.
E' stato curioso vederlo in tv, soprattutto perché la sua orchidea non sta tanto bene nonostante i nostri sforzi.
Non so.
Ha perso già quattro fiori da quando siamo qui.
Cerchiamo non proprio di tenerglielo nascosto, ma insomma, di prepararlo lentamente.
Ci siamo scambiati qualche mail sulla giusta quantità di acqua da darle.
Forse non avrei dovuto sbilanciarmi dicendo che secondo me stava già meglio.
Non ho mai avuto un'orchidea.
Non so come ci si comporta con le orchidee.
Ci vorrebbe mia nonna, quella che le ho regalato tre natali fa è diventata bellissima.

lunedì 22 febbraio 2010

The con Munch


Mentre facevamo la fila per andare a vedere la mostra di Munch ho preso dei the in un posto dove credo non metterò mai più piede.
Una specie di boutique ma con il cibo e le bevende.
Costava tutto come un vestito.
In ogni caso, dopo, quando siamo entrati, mentre finivamo di bere, abbiamo buttato la busta di carta (stilosissima anche lei) con i cuchiani di plastica color oro nella spazzatura.
Una signora è andata a vedere cosa avevamo buttato e si è presa i cucchiaini.
Mi ha molto sorpreso perché insomma, non era una signora che vive in strada, ma una signora che aveva appena preso un biglietto per la mostra di Munch e frugava nella spazzatura della pinacoteca.
Per fortuna i cucchiaini non li avevamo usati.
Il the ci piace amaro.

domenica 21 febbraio 2010

L'anno della tigre

Siamo stati al capodanno cinese.
C'erano i draghi, le lanterne rosse, una festa enorme in strada, i petardi, i tamburi, delle signore che regalavano degli incensi profumati, dei signori che regalavano dolci, tantissimi bambini, palloncini, dei carri colorati.
Migliaia di persone che rimpivano l'intero quartiere e sorridevano e tiravano coriandoli a tutti.
Alla fine, alle quattro del pomeriggio, abbiamo mangiato in un ristorante cinese, My-Chan con cucina tradizionale.
Era tutto buonissimo e con un sapore nuovo.
Buon anno.

Scoperte

Anche se si chiama Giardino delle Farfalle, se è ancora inverno le farfalle non ci sono.

©Butterfly

venerdì 19 febbraio 2010

Chlebnikov, Monop e la Signora

C'è sempre una signora tutta piegata qui, sempre allo stesso posto, sulla strada dove andiamo in giro per librerie.
Sta all'angolo fra il semaforo e Monop.
Mi piace trovarla lì, ma anche mi dispiace.
E' così piegata su se stessa che non le ho mai visto il volto.
Nei prossimi giorni quando passiamo di lì cerco di guadarla.
Secondo me a un bel viso. Un viso come quello di Nonna Ida, la mia bisnonna.
Oggi è successo che non riuscivo a usare bene la toilette pubblica che è nella strada, una di quelle tutte automatizzate, la porta continuava ad aprirsi e dopo, anche quando si è chiusa, avevo paura che si aprisse e tutta la gente che saliva su verso Cluney mi vedesse mentre facevo pipì.
Alla fine comunque è andata bene.
Anche perché un signore è entrato e mi ha spiegato che la toilette non era ancora ingenizzata e che dovevo riuscire, aspettare e poi fare tutto dall'inizio.
Ho fatto la pipì e poi ho preso dei fumetti che sembrano molto interessanti.
Alla Maison Rouge c'era un'opera d'arte che mi faceva davvero paura.
Si entrava in una stanza buia che alternava pareti nere a pareti di specchi, in alto volavano due palloni all'elio che avevano delle luci e delle videocamere legate intorno.
Ti riprendenevano e ti proiettavano sul pallone, che sembravi dentro, e sui muri neri.
Mi è venuta paura che sarai scomparsa da un momento all'altro.
Poi, sempre alla Maison Rouge, si poteva ascoltare, insieme ad altre mille registrazioni, Chlebnikov (non so se si scrive così in italiano) che leggeva le sue poesie, tra cui L'esorcismo del riso.
Non ho capito nulla del testo in russo, ma mi è sembrata meravigliosa lo stesso.

giovedì 18 febbraio 2010

Lusso, ovvero le comodità superflue

Pensavo oggi che potrei abituarmi velocissimamente alle comodità superflue.
Ora, in questa casa, dove rimaniamo per un altro po' di giorni, c'è un forno a micro-onde iperteconologico, una musica divertente e rilassante in bagno, le serrande elettriche, uno sterio che ti saluta quando lo accendi e quando lo spegni.
C'è anche una bellissima orchidea bianca, un ascensore in vetro, un divano disposto in modo che la vista sulla città ti colpisca anche se sei distratto.
Abbiamo faticato un po' per la cena, ma alla fine abbiamo avuto la nostra tartare e la nostra insalata con formaggio di capra.
Come sempre appena arrivati abbiamo preso i primi due biglietti della metro dal signore che li rivende a un prezzo leggermente maggiorato perché la fila era lunghissima e la macchina stampa biglietti sempre, inserabilmente, una soltanto.
A un certo punto, c'era il sole, ma anche pioveva, il cielo era azzurrissimo e poi nero di nubi e poi con il tramonto e anche con due arcobaleni.
Tutto insieme.

mercoledì 17 febbraio 2010

Le cose della cacca


©Devo - Oh, no! It´s Devo
Adesso io non è che mi sono tutto innervosito, ma da quando ci hanno fatto il rapimento io non ci riesco più a fare la cacca e allora oggi mi è venuto male alla pancia.
A me fare la cacca non mi piace già tanto che mi fa un po' schifo e secondo me quelle non sono le cose della pancia ma certe altre.
Per me è impossibile che le patatine con la senape o la pizza diventano questo schifo incredibile.
Le patatine con la senape sono gialle e un po' marroni e non tutte marroni.
La mamma dice che la cacca diventa tutta marrone perché sono le cose che non servono e che nel corpo invece sono rimaste tutte quelle che fanno bene e che sono colorate. Tipo le carote che sono arancioni o i peperoni che certe volte sono gialli e certe volte sono rossi.
Mi sembra molto strano, secondo me, fosse per me io della pizza non butterei via niente, comunque sembra che è così.
Siamo tutti costretti a fare la cacca anche se non vogliamo.
Questa è la vita.
Io la volta che sono stato di più senza fare la cacca è stato questo inverno dopo le vacanze di Natale che mi sentivo tutto instranito e non andavo più al bagno.
Mi si era tutta gonfiata la pancia che sembravo un ciccione e mi faceva anche male.
Adesso che hanno messo l'imbavaglio a mamma e papà loro non mi possono chiedere se sono andato in bagno che non vuol dire dentro al bagno nel nostro codice della famiglia, ma vuol dire a fare la cacca. Così nessuno lo sa e nel caso non posso prendere la polvere per andare in bagno.
La polvere è una tisana, cioè una specie di the, che fa una signora che conosce mamma e che è tutta strana e vestita come gli zingari anche se vive in una casa enorme. Più enorme della nostra.
Mi viene sempre ancora più male alla pancia quando la bevo e fa un po' anche schifo.
Però il colore è bello. È una tisana che fa l'acqua tutta azzurra e sembra di bere il mare o la piscina.
Allora così, un po' sono contento che loro non mi dicono niente e un po' no.
Stamattina Vik mi ha accompagnato a fare la pipì e mi ha detto che se dovevo fare altre cose c'era tempo e che andava bene.
All'inizio pensavo che diceva che potevo andare un po' a giocare con i giochi che stavano fuori o a comprare i fumetti ma poi ho capito che diceva la cacca.
Sono diventato vergognoso e ho detto di no.
Non mi piace parlare della cacca con quelli che non conosco tanto bene. Veramente mi piace parlare della cacca solo con mamma.
Ecco, mi dispiace che adesso non gliele posso raccontare a mamma le cose della cacca.
Quando siamo usciti dal bagno con Vik ho visto che diceva delle cose sotto della voce a Missy e lei dopo mi ha portato dentre al ristorante a comprare i panini e la coca cola.
Missy mi ha detto se c'erano delle cose che le volevo dire o che le volevo dire a mia mamma e allora ho detto che Sì, c'erano delle cose che volevo dire a mamma ma solo a lei.
Allora quando siamo tornati in auto ha detto a mamma che gli toglieva un po' l'imbavaglio ma che poi glielo rimetteva subito, che era meglio che non urlava perché doveva sentire che io le dovevo dire delle cose.
Per mamma andava bene anche perché Missy aveva ripreso la pistola.
Ho detto tutto a mamma e lei aveva la polvere di tisana dentro al cassetto della macchina e si è tutto sistemato per il bene.
Ci siamo subito fermati a un altro autogrill e Missy mi ha fatto mettere l'acqua calda in un bicchiere grande di carta e io l'ho bevuta tutta.
All'autogrill dopo ci siamo fermati e sono andato finalmente in bagno, nel senso che ho fatto la cacca.
Mi ha portato Vik che sembrava un po' scocciato ma dopo Missy gli ha detto che si doveva abituare che i bambini sono così e a lui gli è venuto tutto il buon umore.

martedì 16 febbraio 2010

Albicocche

La scorsa estate, verso la fine, per giocare, ho messo i noccioli delle ultime albicocche che mangiavo dentro un vaso rimasto vuoto.
E' stato bellissimo scoprire che uno ha deciso di provare a nascere.
Speriamo ci riesca che l'inverno non è ancora finito.
Piantare un albero è così banalmente poetico che ormai c'è l'assoluzione plenaria per una cosa del genere.
Non si viene più tacciati di superficiale romanticismo.
Come dicono i giovani intellettuali è sdoganato, come regalare i baci perugina.
Qualsiasi cosa voglia dire sdoganato e per qualsiasi motivo sia necessario essere sdoganati.
Essere banalmente poetici a me piace.
E' come vivere in una puntata di Candy Candy.

lunedì 15 febbraio 2010

Nella mia giornata non ancora finita

Ho comprato dei denti finti da vampiro ma non funzionavano bene.
Appena li mettevi in bocca cadevano.
Ho scritto delle mail in Cina e così ho scoperto che molti uffici sono chiusi perché è il capodanno cinese.
Poi sono stata in banca, a pagare le utenze, a comprare un nuovo catino per il bucato, a comprare dei libri, a procurarmi dei cristalli per le piante che li metti nell'acqua e diventano grandi e poi li lasci su una pianta e loro la nutrono anche se nessuno le dà acqua.
Ho parlato al telefono con una decina di persone diverse.
Mi sento molto stanca, più del previsto.
Stamattina appena sveglia avevo pensato che sarebbe stata una giornata lunghissima ma proprio non immaginavo così tanto.
Ora giusto il tempo per una doccia che tra mezz'ora ho un appuntamento ma per fortuna è praticamente sotto casa.
L'altra notte avevo sognato che per tutta la notte parlavo con il mio ex terapeuta e alla fine lo pagavo anche, due minuti prima che la sveglia suonasse.
Era più caro della mia ultima volta, ma è passato un bel po' di tempo ormai.
Comunque ne valeva la pena.
Mi sono svegliata, quella mattina là, che mi sentivo benissimo.
In sogno i terapeuti sono tutti bravissimi, ti dicono solo quello che vuoi sentirti dire.
La loro parcella è più che giustificata.

©Mike Steed - Good Morning

domenica 14 febbraio 2010

La droga della tachipirina

Gli Speculoos sono i migliori cantanti del mondo che hanno una band di musica rock.
Loro mi piacciono tantissimo e io adesso che sono diventato grande sono un loro fan, che vuol dire che mi piacciono tanto e che vado ai loro concerti, anche se da quando ho sei anni non ci sono mai andato a sentirli.
Però è solo perché ho sei anni da solo tre giorni. Dopo se io vado al loro concerto gli Speculoos mi salutano e mi fanno gli autografi.
Certe volte se sei un fan può anche succedere che ti dedicano una canzone.
Anche a Vik gli piacciono gli Speculoos perché non ha le prevenzioni come la mamma che dice sempre a papà che non posso ascoltare tutto quello che mi pare e che dopo quando sono grande mi vengono i deviamenti che non so bene che vuol dire ma sicuramente qualcosa di brutto.
Vik mi ha detto che quella cosa di dedicare le canzoni è vera ma che succede più spesso se sei femmina. Vik per esempio suona la chitarra e mi ha detto che lui ha scritto una canzone solo per Missy.
Ho capito allora che Missy e Vik sono forse fidanzati, comunque Vik mi ha cantato la canzone e non mi è sembrata bella come quelle degli Speculoos e glie l'ho detto.
Lui c'è rimasto male ma Missy si è messa tantissimo a ridere che non riusciva più a fermarsi e dopo Vik diventava sempre più arrabbiato.
Secondo me adesso che mi sono venuti si SuperPoteri posso scrivere delle canzoni molto belle, come quelle degli Speculoos o pure di più.
Forse quando torniamo a casa scrivo una canzone per Missy.
A Missy la mia canzone le piacerà tantissimo e per lei sarò come una rock star che è sempre il più famoso e bellissimo delle band rock.
Mi è piaciuto ascoltare la musica degli Speculoos e ho visto che dietro papà si divertiva pure se aveva l'imbavaglio.
Mamma invece non tanto che a lei proprio non le piacciono gli Speculoos e una volta mi ha detto che erano drogato perché si prendevano la droga.
La droga sono come delle medicine anche se non stai male.
Per esempio la droga può essere che ti prendi tutta le scatola della tachipirina anche se non hai la febbre.
Ho chiesto a Vik se lui si prendeva la tachipirina per essere un drogato come gli Speculoos e se lo dovevo fare pure io secondo lui.
Mamma ha cominciato a fare tutti i versi dietro che non si capiva niente ma dava fastidio e non si sentiva bene la musica.
Allora Missy le ha dovuto far vedere di nuovo la pistola.
La loro pistola è bellissima e fa zittire subito mamma.
È incredibile.
Mi piacerebbe anche a me avere una pistola così.
Ma anche la mia mi piace perché è a Raggi Alfa e funziona bene che ho sparato a nonno e lui è morto.
Per Missy scrivo una canzone bella e poi gliela mando al suo indirizzo che mi faccio lasciare quando arriviamo perché appena arriviamo loro vanno subito via e dicono che non sanno se ci rivediamo.
Allora dopo che finisco la canzone la registro dentro l'i-pod e la mando a Missy e lei quando sono famoso fa la mia fan e la rincontro.
Può essere che dopo, fra tanto, Vik e Missy non sono più fidanzati.
Comunque non mi ci voglio fidanzare con Missy perché anche se è simpatica è comunque femmina.
Se fa la mia fan però sono contento.

sabato 13 febbraio 2010

I casi della vita

Mi ricordo che una volta, una decina di anni fa, sono salita sullo Stromboli passando dall'Isola di Ginostra.
Da Ginostra non c'è sentiero per salire fin su e arrampicarsi è piuttosto faticoso.
Ora forse il sentiero c'è, mi hanno detto che è arrivata anche la corrente elettrica a Ginostra e questo attirerà un sacco di turisti ora, credo.
Dieci anni fa ancora non c'era nulla, solo candele, lampade a olio e l'acqua da tirar fuori dal pozzo.
Arrampicarsi è stata una di quelle cose che quando finisce, ma anche mentre le fai, sai che non rifarai mai più e le cose che vedi, gli odori che senti, le sensazioni fisiche più strabilianti come quella di camminare con la cenere che ti arriva alle gionocchia, vanno tutte a organizzarsi nel tuo archivo mentale alla lettera M, Mitologia Personale.
La mia amica Elisabetta non era voluta venire e allora sono salita soltanto io con le altre persone.
C'erano due geologi, uno italiano e una messicana che conoscevano la strada per salire, il nipote australiano di uno dei pescatori dell'isola e altri.
Una delle altre ragazze che è salita era la figlia di Bertolaso, mi sembra di ricordare.

venerdì 12 febbraio 2010

Little Tokyo

Ieri abbiamo avuto una cena molto orientale nel mio studio.
Abbiamo mangiato noodles (di quelli a cui va aggiunta l'acqua bollente e le varie polverine che si trovano nella confezione) tofu, verdure varie già cotte (ma le avevo cotte io e scongelate per l'occasione), arachidi al wasabi.
Avevamo sistemato tutto su un tavolino basso dell'ikea poggiato sul tatatmi e circondato da cuscini dove sedersi.
Per l'occasione avevo comprato delle nuove bacchette gialle e piene di disegnini manga (forse sono bacchette per bambini perché hanno anche nella parte finale delle righine che le rendono meno scivolose).
Il mio studio è diventato per un'ora una piccola Tokyo e visto che qui c'è una finestra enorme mi aspettavo di veder passare Godzilla o Gamera da un minuto all'altro.
Anche avere una cucina smontata certe volte può essere divertente.
In realtà lo dico solo perché stiamo per sistemare tutto (o quasi) e sento quest'avventura che si avvicina all' Happy End!

giovedì 11 febbraio 2010

The Beatles stress me out!

Dopo la vita è così.
Improvvisamente diventi esperto di qualcosa che non avresti mai immaginato.
In due giorni impari tutto su un improbabile argomento di conversazione come gli insetti che camminano e che mi hanno detto non è bene parlarne tanto neanche sul blog, oltre che a cena.
In due giorni puoi diventare anche uno dei maggiori azionisti della baygon, per dire.

©The Beatles - She loves you

mercoledì 10 febbraio 2010

Pudori

Per dire, viviamo in una società in cui si ha più pudore a dire che si hanno degli insetti in casa piuttosto che non si pagano le multe o si cerca di evadere il fisco.

©Eels - Going to your funeral part one

lunedì 8 febbraio 2010

Le cose diverse

I miei cugini che crescono velocissimamente.
I manifesti di casa pound.
I tizi di casa pound un po' ovunque.
Il signore della pasticceria che è smagrito tutto insieme.
Le bancarelle vicino alla piazza.
L'alimentari rumeno invece del negozio della pasta all'uovo.
Un internet point al posto della frutteria.
Il signore della tabeccheria che sono andata a comprare una busta per spedire una cosa e non mi ha riconosciuto.
La nostra pizzeria preferita che ha chiuso.
I numeri delle linee degli autobus e i percorsi.
Le mattonelle e le fioriere dove sono i negozi, vicino alla gioielleria.
La Cagna Scema che è diventata più lenta a prendere la palla quando gliela lanci, ma per il resto è sempre la nostra Cagna Scema.

Le cose sempre uguali

Il Signore con il soprabito marroncino anche se per la prima volta ho notato che non è italiano.
Le mattonelle che pavimentano un piccolo spiazzo vicino a uno studio. Le ho guardata per molto tempo, tutte le settimane, almeno una decina di minuti ogni volta. Le riconosco, sono sempre le stesse identiche.
Il traffico sotto casa il sabato mattina.
I dolci con le mele.
Il giardino dei miei nonni.
La luce sul terrazzo nelle giornate di sole.
La pianta con i fiori bianchi.
I piccioni che cercano di rubare il cibo della Cagna Scema.
Il mare.
I gabbiani che si spingono nell'entroterra.
La fila in posta e le lamentele delle persone.
I vecchi in fila fuori prima che la posta apra.
Le due fioraie olandesi, madre e figlia, che hanno un chiosco bellissimo e sono sempre gentili quando compri le piante.
L'odore della parte riscaldata (tipo serra) del negozio di fiori.
Le lumache che hanno invaso il terrazzo e il quartiere da un paio di anni e che hanno cominciato a farmi paura perché sono tantissime.
La faccia delle due nonne quando gli regali delle piante.
Il modo di ridere un po' sì e un po' no di mio nonno, con un'espressione che se non fosse tuo nonno penseresti subito che ti prende in giro.

sabato 6 febbraio 2010

Un po' uguale e un po' no

Adesso che siamo qui io sto preparando una lista.
Anzi due.
Ci sono le cose sempre uguali e quelle che dopo, quanto ritorni, anche se non stai via tanto, ti accorgi che sono diverse.
Che a un certo punto sono cambiate ed è un continuo, un po' sei a casa e un po' sei in un posto che non conosci.
Domani poi questa lista la scrivo anche qui.
Adesso devo finire la mia borsa che ieri mia nonna e mia mamma mi hanno di nuovo insegnato a usare l'uncinetto che lo avevo dimenticato.
La mia borsa verrà benissimo, azzurra e verde acido.

©Chris Cubeta and The Liars Club - Change

venerdì 5 febbraio 2010

La berretta di mio nonno

E' incredibile.
Stamattina mio nonno portava ancora lo stesso identico cappello di lana.
La sua berretta da casa fatta ai ferri.
Era il mio cappello dell'asilo, originariamente.

giovedì 4 febbraio 2010

Due piccioni che si baciano fanno primavera?

Bisogna dirglielo ai piccioni di andarci piano.
Sono preoccupata per loro.
Lo so che due giorni di fila di sole qui a Bologna a febbraio e con il cielo così azzurro da sembrare blue possono trarre in inganno chiunque.
Anche io per dire, me ne andrei in giro vestita come se fosse già primavera e infatti un po' lo faccio, ma poi mi metto un piumino enorme sopra.
Insomma, i piccioni si baciano sempre da due giorni.
Appena mi metto a guardarli li trovo che si baciano.
Secondo me però è ancora presto per le uova.
Non siamo a primavera.
Qualcuno glielo spieghi!

©Buttercup - In Love

mercoledì 3 febbraio 2010

Serre

Ieri poi alla fine ci sono andata all'Orto Botanico.
C'era tantissima neve che nessuno l'aveva mai calpestata e tutti i piccoli viottoli e sentieri erano coperti e anche le piante.
C'era un sacco di luce che tutti gli alberi ora sono completamente spogli e le ombre erano nettissime e scure sul bianco.
A un certo punto mi è venuto questo impulso improvviso a rotolarmi fra la neve.
Spero che non ci fossero giardinieri in giro.
A me sembrava di no.
La cosa triste è che le serre erano chiuse, ora bisogna chiedere a un giardiniere per visitarle perché qualcuno ha ripetutamente rubato delle piante.
Ma io dico, che ci fate con una pianta tropicale in casa se non avete una serra?
E poi non lo sapete che nelle piante tropicali ci crescono dentro i ragni rossi che poi vi mordono e morite oppure vi portano sfortuna per sette anni?
Idioti ignari delle cose della vita!

martedì 2 febbraio 2010

Premi e ricompense

Adesso io non so, stamattina c'è questo sole che voglio andare al parco.
C'è anche freddissimo ma questo non importa.
Allora adesso cerco di concentrarmi tanto con il lavoro e di finire un bel po' di cose prima delle due, così poi mi premio con una passeggiata all'orto botanico e poi ritorno.
Il sistema dei premi funziona, rischi sempre lo sdoppiamento della personalità ma ne vale la pena.
Per dire, già ieri cercavo di dare la colpa dei muffin a qualcuno, la settimana scorsa erano poco lievitati e questa sono lievitati così tanto che è tutto diventato un muffin gigante!

lunedì 1 febbraio 2010

The end of the movie

I film giapponesi di mostri e/o eroi finiscono sempre allo stesso modo.
C'è un bambino/a o adulto (quasi sempre femmina) che sbracciandosi scomposto/a o con gesti lenti dettati dall'estrema commozione dice Arigatou (segue il nome del mostro e/o eroe) sayonara! Arigatou! Sayonara!
Poi, la maggior parte delle volte c'è un piano ravvicinato per mostrare la persona in questione commossa.
Stacco o dissolvenza.
Titoli di coda.
20th century boy che abbiamo visto in una lunga maratona al Future Film Festival fa eccezione e confuta completamente la mia tesi.
In una scena però si vede Godzilla con il Piccolo Godzilla.

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...