Oggi ho preso coraggio e ho smontato il computer per pulire la ventola.
Tutto bene, la ventola è pulita e tutto funziona di nuovo.
Ma poi non funziona più niente e il mio computer comincia a spegnersi sempre.
Sob.
Il blog poi, da un po' di giorni, ha perso la sua cronologia interna se così si può chiamare, alcune cose che ho scritto il 27 sono finite datate il 24.
Non posso correggerlo e mi sento che sto odiando un po' tutto quello che a che vedere con la tecnologia.
C'erano delle persone molto preparate e la biblioteca era bellissima.
Alla fine un signore molto anziano, nato nel '29, mi ha raccontato che a conosciuto Eisner e che ha un suo Spirit a casa.
Non lo ha mai venduto.
Sarà l'eredità per i suoi nipoti.
Poi tornando a casa c'era una signora tutta nascosta su un gradino di un portone che chiamava il suo cane che era poco distante su delle scale.
Ho pensato che non riuscisse a vederlo e le ho detto, E' lì il cane ma mi ha risposto che Lo so ma lo addestro che lui è cane fifone e si deve abituare... Mi cerca...
Il cane, quando gli sono passata vicino, era molto perplesso oltre che molto anziano.
Sentiva i fischi e allungava il collo ma aveva anche la coda tra le gambe e non si muoveva di un millimetro.
Stamattina mi piacerebbe essere come quel cane, avere qualcuno che continua a provarci e a crederci. Un po' come ha detto il professor Marchesi all'incontro, è difficile uscire da questo stato di cose orribili nel nostro paese, ma si può ricominciare.
Possiamo ripartire dagli asili e insegnare il rispetto per i diritti umani e farci carico, ognuno, dell'educazione dei più giovani.
Un paese con un futuro e un paese che singolarmente e comunitariamente educa le nuove generazioni a non commettere più gli stessi errori.
Un paese generativo fa come la signora con il cane, ci crede fino alla fine.
Anche se il cane è vecchio, anche se è forse la millecinquecentesima volta che ci si nasconde dietro un portone.
Anche se qualcuno, quel cane là, pensa che non sia importante.
VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2010 ORE 17,30 Presso la Biblioteca J.L. Borges Via dello Scalo 21/2 STALAG XB ROMANZO A FUMETTI DI MARCO FICARRA Basato sulla reale vicenda di Gioacchino Virga. Internato militate in Germania n. 82958 Ne discutono con l'autore Luisa Raffaelli e Luana Vergari
Fino a dodici ore fa c'era ancora Parigi e top chef in tv e Gainsbourg di Sfar al cinema e Libération da leggere. Oggi invece sono qui. In un paese dove la corruzione è cresciuta del 253% nell'ultimo anno. Dove a giudicare dalle mail che arrivano nella mia casella di posta il malcostume è così diffuso che quasi ti vien da dire e da pensare Non ci sono speranze. L'etica non esiste e rimane solo Une vie héroïque, per chi ne è capace.
Mentre facevamo la fila per andare a vedere la mostra di Munch ho preso dei the in un posto dove credo non metterò mai più piede.
Una specie di boutique ma con il cibo e le bevende.
Costava tutto come un vestito.
In ogni caso, dopo, quando siamo entrati, mentre finivamo di bere, abbiamo buttato la busta di carta (stilosissima anche lei) con i cuchiani di plastica color oro nella spazzatura.
Una signora è andata a vedere cosa avevamo buttato e si è presa i cucchiaini.
Mi ha molto sorpreso perché insomma, non era una signora che vive in strada, ma una signora che aveva appena preso un biglietto per la mostra di Munch e frugava nella spazzatura della pinacoteca.
C'erano i draghi, le lanterne rosse, una festa enorme in strada, i petardi, i tamburi, delle signore che regalavano degli incensi profumati, dei signori che regalavano dolci, tantissimi bambini, palloncini, dei carri colorati.
Migliaia di persone che rimpivano l'intero quartiere e sorridevano e tiravano coriandoli a tutti.
Alla fine, alle quattro del pomeriggio, abbiamo mangiato in un ristorante cinese, My-Chan con cucina tradizionale.
C'è sempre una signora tutta piegata qui, sempre allo stesso posto, sulla strada dove andiamo in giro per librerie.
Sta all'angolo fra il semaforo e Monop.
Mi piace trovarla lì, ma anche mi dispiace.
E' così piegata su se stessa che non le ho mai visto il volto.
Nei prossimi giorni quando passiamo di lì cerco di guadarla.
Secondo me a un bel viso. Un viso come quello di Nonna Ida, la mia bisnonna.
Oggi è successo che non riuscivo a usare bene la toilette pubblica che è nella strada, una di quelle tutte automatizzate, la porta continuava ad aprirsi e dopo, anche quando si è chiusa, avevo paura che si aprisse e tutta la gente che saliva su verso Cluney mi vedesse mentre facevo pipì.
Alla fine comunque è andata bene.
Anche perché un signore è entrato e mi ha spiegato che la toilette non era ancora ingenizzata e che dovevo riuscire, aspettare e poi fare tutto dall'inizio.
Ho fatto la pipì e poi ho preso dei fumetti che sembrano molto interessanti.
Alla Maison Rouge c'era un'opera d'arte che mi faceva davvero paura.
Si entrava in una stanza buia che alternava pareti nere a pareti di specchi, in alto volavano due palloni all'elio che avevano delle luci e delle videocamere legate intorno.
Ti riprendenevano e ti proiettavano sul pallone, che sembravi dentro, e sui muri neri.
Mi è venuta paura che sarai scomparsa da un momento all'altro.
Poi, sempre alla Maison Rouge, si poteva ascoltare, insieme ad altre mille registrazioni, Chlebnikov (non so se si scrive così in italiano) che leggeva le sue poesie, tra cui L'esorcismo del riso.
Non ho capito nulla del testo in russo, ma mi è sembrata meravigliosa lo stesso.
Pensavo oggi che potrei abituarmi velocissimamente alle comodità superflue. Ora, in questa casa, dove rimaniamo per un altro po' di giorni, c'è un forno a micro-onde iperteconologico, una musica divertente e rilassante in bagno, le serrande elettriche, uno sterio che ti saluta quando lo accendi e quando lo spegni. C'è anche una bellissima orchidea bianca, un ascensore in vetro, un divano disposto in modo che la vista sulla città ti colpisca anche se sei distratto. Abbiamo faticato un po' per la cena, ma alla fine abbiamo avuto la nostra tartare e la nostra insalata con formaggio di capra. Come sempre appena arrivati abbiamo preso i primi due biglietti della metro dal signore che li rivende a un prezzo leggermente maggiorato perché la fila era lunghissima e la macchina stampa biglietti sempre, inserabilmente, una soltanto. A un certo punto, c'era il sole, ma anche pioveva, il cielo era azzurrissimo e poi nero di nubi e poi con il tramonto e anche con due arcobaleni. Tutto insieme.
Ho comprato dei denti finti da vampiro ma non funzionavano bene. Appena li mettevi in bocca cadevano. Ho scritto delle mail in Cina e così ho scoperto che molti uffici sono chiusi perché è il capodanno cinese. Poi sono stata in banca, a pagare le utenze, a comprare un nuovo catino per il bucato, a comprare dei libri, a procurarmi dei cristalli per le piante che li metti nell'acqua e diventano grandi e poi li lasci su una pianta e loro la nutrono anche se nessuno le dà acqua. Ho parlato al telefono con una decina di persone diverse. Mi sento molto stanca, più del previsto. Stamattina appena sveglia avevo pensato che sarebbe stata una giornata lunghissima ma proprio non immaginavo così tanto. Ora giusto il tempo per una doccia che tra mezz'ora ho un appuntamento ma per fortuna è praticamente sotto casa. L'altra notte avevo sognato che per tutta la notte parlavo con il mio ex terapeuta e alla fine lo pagavo anche, due minuti prima che la sveglia suonasse. Era più caro della mia ultima volta, ma è passato un bel po' di tempo ormai. Comunque ne valeva la pena. Mi sono svegliata, quella mattina là, che mi sentivo benissimo. In sogno i terapeuti sono tutti bravissimi, ti dicono solo quello che vuoi sentirti dire. La loro parcella è più che giustificata.
Gli Speculoos sono i migliori cantanti del mondo che hanno una band di musica rock. Loro mi piacciono tantissimo e io adesso che sono diventato grande sono un loro fan, che vuol dire che mi piacciono tanto e che vado ai loro concerti, anche se da quando ho sei anni non ci sono mai andato a sentirli. Però è solo perché ho sei anni da solo tre giorni. Dopo se io vado al loro concerto gli Speculoos mi salutano e mi fanno gli autografi. Certe volte se sei un fan può anche succedere che ti dedicano una canzone. Anche a Vik gli piacciono gli Speculoos perché non ha le prevenzioni come la mamma che dice sempre a papà che non posso ascoltare tutto quello che mi pare e che dopo quando sono grande mi vengono i deviamenti che non so bene che vuol dire ma sicuramente qualcosa di brutto. Vik mi ha detto che quella cosa di dedicare le canzoni è vera ma che succede più spesso se sei femmina. Vik per esempio suona la chitarra e mi ha detto che lui ha scritto una canzone solo per Missy. Ho capito allora che Missy e Vik sono forse fidanzati, comunque Vik mi ha cantato la canzone e non mi è sembrata bella come quelle degli Speculoos e glie l'ho detto. Lui c'è rimasto male ma Missy si è messa tantissimo a ridere che non riusciva più a fermarsi e dopo Vik diventava sempre più arrabbiato. Secondo me adesso che mi sono venuti si SuperPoteri posso scrivere delle canzoni molto belle, come quelle degli Speculoos o pure di più. Forse quando torniamo a casa scrivo una canzone per Missy. A Missy la mia canzone le piacerà tantissimo e per lei sarò come una rock star che è sempre il più famoso e bellissimo delle band rock. Mi è piaciuto ascoltare la musica degli Speculoos e ho visto che dietro papà si divertiva pure se aveva l'imbavaglio. Mamma invece non tanto che a lei proprio non le piacciono gli Speculoos e una volta mi ha detto che erano drogato perché si prendevano la droga. La droga sono come delle medicine anche se non stai male. Per esempio la droga può essere che ti prendi tutta le scatola della tachipirina anche se non hai la febbre. Ho chiesto a Vik se lui si prendeva la tachipirina per essere un drogato come gli Speculoos e se lo dovevo fare pure io secondo lui. Mamma ha cominciato a fare tutti i versi dietro che non si capiva niente ma dava fastidio e non si sentiva bene la musica. Allora Missy le ha dovuto far vedere di nuovo la pistola. La loro pistola è bellissima e fa zittire subito mamma. È incredibile. Mi piacerebbe anche a me avere una pistola così. Ma anche la mia mi piace perché è a Raggi Alfa e funziona bene che ho sparato a nonno e lui è morto. Per Missy scrivo una canzone bella e poi gliela mando al suo indirizzo che mi faccio lasciare quando arriviamo perché appena arriviamo loro vanno subito via e dicono che non sanno se ci rivediamo. Allora dopo che finisco la canzone la registro dentro l'i-pod e la mando a Missy e lei quando sono famoso fa la mia fan e la rincontro. Può essere che dopo, fra tanto, Vik e Missy non sono più fidanzati. Comunque non mi ci voglio fidanzare con Missy perché anche se è simpatica è comunque femmina. Se fa la mia fan però sono contento.
Mi ricordo che una volta, una decina di anni fa, sono salita sullo Stromboli passando dall'Isola di Ginostra.
Da Ginostra non c'è sentiero per salire fin su e arrampicarsi è piuttosto faticoso.
Ora forse il sentiero c'è, mi hanno detto che è arrivata anche la corrente elettrica a Ginostra e questo attirerà un sacco di turisti ora, credo.
Dieci anni fa ancora non c'era nulla, solo candele, lampade a olio e l'acqua da tirar fuori dal pozzo.
Arrampicarsi è stata una di quelle cose che quando finisce, ma anche mentre le fai, sai che non rifarai mai più e le cose che vedi, gli odori che senti, le sensazioni fisiche più strabilianti come quella di camminare con la cenere che ti arriva alle gionocchia, vanno tutte a organizzarsi nel tuo archivo mentale alla lettera M, Mitologia Personale.
La mia amica Elisabetta non era voluta venire e allora sono salita soltanto io con le altre persone.
C'erano due geologi, uno italiano e una messicana che conoscevano la strada per salire, il nipote australiano di uno dei pescatori dell'isola e altri.
Una delle altre ragazze che è salita era la figlia di Bertolaso, mi sembra di ricordare.
Ieri abbiamo avuto una cena molto orientale nel mio studio.
Abbiamo mangiato noodles (di quelli a cui va aggiunta l'acqua bollente e le varie polverine che si trovano nella confezione) tofu, verdure varie già cotte (ma le avevo cotte io e scongelate per l'occasione), arachidi al wasabi.
Avevamo sistemato tutto su un tavolino basso dell'ikea poggiato sul tatatmi e circondato da cuscini dove sedersi.
Per l'occasione avevo comprato delle nuove bacchette gialle e piene di disegnini manga (forse sono bacchette per bambini perché hanno anche nella parte finale delle righine che le rendono meno scivolose).
Il mio studio è diventato per un'ora una piccola Tokyo e visto che qui c'è una finestra enorme mi aspettavo di veder passare Godzilla o Gamera da un minuto all'altro.
Anche avere una cucina smontata certe volte può essere divertente.
In realtà lo dico solo perché stiamo per sistemare tutto (o quasi) e sento quest'avventura che si avvicina all' Happy End!
Dopo la vita è così. Improvvisamente diventi esperto di qualcosa che non avresti mai immaginato. In due giorni impari tutto su un improbabile argomento di conversazione come gli insetti che camminano e che mi hanno detto non è bene parlarne tanto neanche sul blog, oltre che a cena. In due giorni puoi diventare anche uno dei maggiori azionisti della baygon, per dire.
Per dire, viviamo in una società in cui si ha più pudore a dire che si hanno degli insetti in casa piuttosto che non si pagano le multe o si cerca di evadere il fisco.
Il Signore con il soprabito marroncino anche se per la prima volta ho notato che non è italiano.
Le mattonelle che pavimentano un piccolo spiazzo vicino a uno studio. Le ho guardata per molto tempo, tutte le settimane, almeno una decina di minuti ogni volta. Le riconosco, sono sempre le stesse identiche.
Il traffico sotto casa il sabato mattina.
I dolci con le mele.
Il giardino dei miei nonni.
La luce sul terrazzo nelle giornate di sole.
La pianta con i fiori bianchi.
I piccioni che cercano di rubare il cibo della Cagna Scema.
Il mare.
I gabbiani che si spingono nell'entroterra.
La fila in posta e le lamentele delle persone.
I vecchi in fila fuori prima che la posta apra.
Le due fioraie olandesi, madre e figlia, che hanno un chiosco bellissimo e sono sempre gentili quando compri le piante.
L'odore della parte riscaldata (tipo serra) del negozio di fiori.
Le lumache che hanno invaso il terrazzo e il quartiere da un paio di anni e che hanno cominciato a farmi paura perché sono tantissime.
La faccia delle due nonne quando gli regali delle piante.
Il modo di ridere un po' sì e un po' no di mio nonno, con un'espressione che se non fosse tuo nonno penseresti subito che ti prende in giro.
Adesso che siamo qui io sto preparando una lista. Anzi due. Ci sono le cose sempre uguali e quelle che dopo, quanto ritorni, anche se non stai via tanto, ti accorgi che sono diverse. Che a un certo punto sono cambiate ed è un continuo, un po' sei a casa e un po' sei in un posto che non conosci. Domani poi questa lista la scrivo anche qui. Adesso devo finire la mia borsa che ieri mia nonna e mia mamma mi hanno di nuovo insegnato a usare l'uncinetto che lo avevo dimenticato. La mia borsa verrà benissimo, azzurra e verde acido.
Bisogna dirglielo ai piccioni di andarci piano. Sono preoccupata per loro. Lo so che due giorni di fila di sole qui a Bologna a febbraio e con il cielo così azzurro da sembrare blue possono trarre in inganno chiunque. Anche io per dire, me ne andrei in giro vestita come se fosse già primavera e infatti un po' lo faccio, ma poi mi metto un piumino enorme sopra. Insomma, i piccioni si baciano sempre da due giorni. Appena mi metto a guardarli li trovo che si baciano. Secondo me però è ancora presto per le uova. Non siamo a primavera. Qualcuno glielo spieghi!
Adesso io non so, stamattina c'è questo sole che voglio andare al parco.
C'è anche freddissimo ma questo non importa.
Allora adesso cerco di concentrarmi tanto con il lavoro e di finire un bel po' di cose prima delle due, così poi mi premio con una passeggiata all'orto botanico e poi ritorno.
Il sistema dei premi funziona, rischi sempre lo sdoppiamento della personalità ma ne vale la pena.
Per dire, già ieri cercavo di dare la colpa dei muffin a qualcuno, la settimana scorsa erano poco lievitati e questa sono lievitati così tanto che è tutto diventato un muffin gigante!
I film giapponesi di mostri e/o eroi finiscono sempre allo stesso modo.
C'è un bambino/a o adulto (quasi sempre femmina) che sbracciandosi scomposto/a o con gesti lenti dettati dall'estrema commozione dice Arigatou (segue il nome del mostro e/o eroe) sayonara! Arigatou! Sayonara!
Poi, la maggior parte delle volte c'è un piano ravvicinato per mostrare la persona in questione commossa.
Stacco o dissolvenza.
Titoli di coda.
20th century boy che abbiamo visto in una lunga maratona al Future Film Festival fa eccezione e confuta completamente la mia tesi.
In una scena però si vede Godzilla con il Piccolo Godzilla.