lunedì 30 marzo 2009

Sul curry

Trattiamo dunque del riso al curry in sé e delle sue forme quale potenzialità ciascuna possegga e come debba comporsi il curry perché il riso riesca ben fatto, e inoltre di quante e quali parti consista, e anche, in modo simile, di tutti gli altri argomenti che pertengono alla medesima ricetta, incominciando secondo natura dapprincipio dai principi. Il cumino, così come il sesamo nero, nonché il cardamomo, le radici di zenzero e la maggior parte dell'aneto e del pepe nel complesso sono tutte imitazioni, ma si distinguono l'una dall'altra sotto tre aspetti: nell'imitare o con ricette diverse, o con cotture diverse o diversamente e non nello stesso riso.

domenica 29 marzo 2009

Rosa Hollywood Party

In attesa del nuovo fantastico Rosa di Strada Pack arriva puntuale il nuovo Corto Rosa!
Come sempre Rosa di Strada è una serie a fumetti scritta e disegnata da Massimo Semerano e pubblicata da Black Velvet.
Il video è invece opera, anche qui come sempre, di Matilde Molino Diaz.

venerdì 27 marzo 2009

London Calling today!

Stamattina mi sono svegliata troppo presto, avevo la stressina nella testa e ascoltavo il giornale radio bevendo una tazza enorme di caffè lungo
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Ho pensato a quando lavoravo con i bambini: due volte a settimana le mie giornate cominciavano con una ventina di treenni (anche qualche dueenne precoce a dire il vero) che ballavano urlando London Calling oppure All the Young Punks (la loro preferita di sempre)
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Io in quei giorni là pensavo che questo potesse essere anche un paese migliore
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La radio prima mi suggeriva il contrario... allora è meglio pensare ai Clash.

© The Clash - London Calling

mercoledì 25 marzo 2009

About a girl

Che io me lo chiedo sempre chi sono queste ragazze delle canzoni... chi sono, infatti? Dove vivono? Che mangiano? Ordinano Bloodymary dopo le cinque del pomeriggio? Bevono Guiness? Mangiano pizza? Comprano i quaderni di Claire Fontane?
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E' così irresistibilmente anni sessanta essere una ragazza delle canzoni!

©Cibo Matto - About a girl

martedì 24 marzo 2009

Mars


©David Bowie - Life on Mars

Quasi un noir





Anna Aglietti un po' di tempo fa a scritto una recensione molto bella di A Volto Coperto, si può leggere qui.
I disegni invece sono ovviamente dell'instancabile e Mirabolante fratello Mattioli che continua a tirarne fuori dalla sua personalissima scorta!

Bologna

Bologna le gelaterie chiudono tutte d'Inverno e riaprono a Marzo. A me questa cosa se me la raccontavano prima io non lo so se ci credevo. Chè se uno si vuole mangire un gelato a gennaio qui no, non lo può fare.
Bologna la panna sul gelato è un gusto.
Bologna c'è un posto che si chiama Medicina e io prima pensavo sempre che era la facoltà di medicina dove succedevano cose terribili: vecchiette rapinate, ragazze sgozzate, gente ammazzata, cose così. Io mi dicevo sempre, ma gaurda te che strana la gente che viene a studiare medicina a Bologna.
Bologna quando sono arrivata c'ho messo un po' a capire quando al negozio mi dicevano “altro” o mi parlavano del rusco chè a me mi sembrava una specie di modo di dire come “tra il lusco e il brusco” e invece no.
Bologna fare la colazione al bar costa quasi il doppio che a Roma.
Bologna ci sono i portici dappertutto e non serve praticamente a niente avere un ombrello.
Bologna dopo un po' che ci vivi diventi pigro e se ti dicono di andare a bere una birra a venti minuti a piedi da casa te ci pensi bene prima di andare. A Roma se dopo un ora di traffico, 40 minuti per cercare posteggio, cammini per venti minuti, poi dici pure tutto contento “No, non ho parcheggiato lontato”.
Bologna al supermercato ti vogliono dare sempre la sportina e mai la busta.
Bologna se ti suonano alla porta e ti chiedono il tiro non ti stanno prendendo in giro.
Bologna ha le strade tutte curve, poi mi hanno spiegato sono a raggiera partendo dalle torri chè se tu prendi due strade che sembrano vicine poi può essere che alla fine sono diventate lontanissime.
Bologna puoi comprare il biglietto dell'autobus a bordo, come in tutti i paesi civili.
Bologna il mercato delle erbe fa la pausa per il pranzo, è quantomeno bizzarro per un mercato.
Bologna se tu hai degli amici a cena e ti sei scordato di comprare il vino e poi scendi a prenderlo, che ne so io, verso le dieci e un quarto che ci sono certi negozi aperti fino a tardi, te il vino non lo puoi più comprare. Neanche la birra. C'è il caso che ti fanno pure una multa. Sembra una cosa contraria alla Convenzione di Ginevra ma invece ho saputo che è legale. È stata un'idea del sindaco.
Bologna non si può più manifestare in certi giorni, in certi posti e a certi orari chè dopo si dà fastidio e non sta bene.
Bologna per la festa del papà hanno fatto la festa dei papà coraggiosi. L'avevano organizzata certe femministe. A me le femministe di Bologna mi fanno paura. Pure le organizzazioni delle pari opportunità mi fanno paura ora che ci penso.

martedì 17 marzo 2009

Accusativo alla greca


L'opera di cui oggi vorrei parlarvi è un'opera importantissima, un'opera che i più ritengono fondamentale per una corretta educazione letteraria delle giovani menti destinate a un glorioso e fulgido futuro.
Si tratta, come i più arguti fra voi forse avranno già capito, dell'Adelchi del Manzoni. Tragedia sublime e di un rigore narrativo impeccabile e inenarrabile.
Potrei raccontarvi di Ermenengarda, di Carlomanno, di Carlo Magno e di Re Desiderio, ma purtroppo l'unica copia in mio possesso di codesto mirabile libro giace placida sulla mensola polverosa in un monolocale di un' altra non meglio precisata città. Ricordo però, per vostra incommensurabile fortuna, senza necessità o contingenza di consultare il testo, l'insegnamento fondamentale di questo sublime componimento in versi. Vi basti sapere che l'Adelchi, con il suo concetto di ciclicità della storia, con i suoi umani peccatori salvati dalla Divina Provvidenza, con le sue ripetizione e reiterazione di situazioni paradigmatiche che redimono e inalzano anche la più infima condotta morale, è conosciuto in tutto il mondo a sempiterna memoria, per uno straordinario esempio di accusativo alla greca: Sparsa le trecce morbide.
Dicesi accusativo alla greca una costruzione sintattica, modellata sulla sintassi greca perllappunto, e di impiego quasi esclusivamente poetico, in cui il complemento di limitazione connesso a un aggettivo o a un participio passato è espresso nel caso accusativo senza preposizione.
Sparsa le trecce morbide sull'affannoso petto.
Ecco tutto.
Sparsa le trecce morbide sull'affannoso petto.

lunedì 9 marzo 2009

Non mi ricordo...

Non mi ricordo che canzone cantava il “Ragazzo che salta fra i Pali” nel sogno di questa notte. Per tutta la notte la stessa canzone, forse italiana, forse degli anni cinquanta.
Non mi ricordo il giorno in cui ho imparato a pronunciare la erre che io prima non la sapevo dire, neanche la esse spuria sapevo dire.
Non mi ricordo quando mi sono fatta convinta che dopo il sei ci fosse il sette e non l'otto, anche se a me sembrava meglio per una questione di suoni.
Non mi ricordo la prima casa in cui abbiamo ho vissuto.
Non mi ricordo il cane nero che mia nonna aveva prima di Buk, dicono tutti che mi faceva la guardia quando dormivo e se mi svegliavo andava subito a chiamare qualcuno.
Non mi ricordo come si chiamava il figlio del Signor Ugo che era sempre al negozio con il padre quando noi andavamo a comperare il pane e i succhi di frutta, quelli nella bottiglia marrone.
Non mi ricordo il nome o la marca dei succhi di frutta nella bottiglia marrone.
Non mi ricordo come si chiamavano quei ghiaccioli che invece di avere lo stecco in legno lo avevano in plastica con dei tagli e tu potevi unirci gli stecchi di altri ghiaccioli e diventavano una specie di costruzioni. A me piaceva averli tutti dello stesso colore o di colori che si abbinassero bene fra di loro e facevo sempre a scambio con Patrizio e Cristian che erano i miei vicini di casa.
Non mi ricordo il colore della mia prima bici.
Non mi ricordo quasi nessun nome dei bambini che venivano agli scout con me, mi ricordo solo Emanuela, Alessia, Boris, Iacopo e Federica. Gli altri niente, non me li ricordo.
Non mi ricordo i numeri di telefono delle case in cui ho vissuto.
Non mi ricordo mai il cognome della mia amica russa Ioulia.
Non mi ricordo come è successo che tutto insieme mi è piaciuto il panettone e mi ha fatto schifo il pandoro, prima era tutto il contrario.
Non mi ricordo come mai a un certo punto, ero piccola, ho capito che le quaglie che io chiamavo uccelletti, erano veramente degli uccelletti.
Non mi ricordo mai le parole delle canzoni, le capitali e le nozioni base di geografica.
Non mi ricordo più come si fa il bilanciamento di una reazione chimica e la prova del nove.
Non mi ricordo le dosi giuste per preparare le crepes, mi vengono infatti sempre male e forse, mi è venuto il dubbio, non le so cucinare.
Non mi ricordo i nomi delle strade e come si fa ad arrivarci, né a Bologna né a Roma. Niente, mi perdo sempre. Non ho speranze con il senso dell'orientamento.
Non mi ricordo come si chiamava la signora inglese che andava a giocare a bingo con le sue amiche e aveva un cortile e una casa molto inglesi e dei nipoti molto inglesi che l'andavano a trovare tutti i sabato e che mi affittava una stanza a Canterbury.
Non mi ricordo quale catena di fast food, in quel periodo lì di Canterbury, vendesse un hamburger vegetale fatto di soia, buonissimo che io lo mangiavo praticamente sempre e che poi, quando sono tornata in Italia, dopo poco, ho letto sui giornali che ne vietavano la vendita perché cancerogeno e altamente nocivo.

martedì 3 marzo 2009

Io mi ricordo...

Io mi ricordo le tavolette arancioni dell'asilo, quelle per giocare con il pongo.
Io mi ricordo che la pallina di pongo marrone era brutta e non capivo perché tutti la volessero.
Io mi ricordo che un giorno ho scoperto che la pallina marrone era più morbida di tutte e non la dovevi scaldare un quarto d'ora prima di giocarci.
Io mi ricordo che da quel giorno là, anche io volevo il pongo marrone.
Io mi ricordo, sempre all'asilo, che alla mia sedia un anno mancava una vite (quella dietro a sinistra) e che io mi dondolavo leggermente per tutta la giornata.
Io mi ricordo che a cinque anni in tv parlavano di certi esperimenti sui topi, gli congelavano il cervello per vedere se dopo vivevano ancora.
Io mi ricordo che quel giorno lì dei topi, ho capito che anche io morivo.
Io mi ricordo che mi è venuto da vomitare e ho vomitato nel lavandino del bagno perché non sono riuscita neanche ad arrivare al water.
Io mi ricordo che mia mamma ha detto, che avevo mangiato troppa pizza.
Io mi ricordo Pertini alla televisione e che mi sembrava più simpatico e più vecchio di mio nonno.
Io mi ricordo il giorno in cui è nato mio fratello, che era giugno e io mi ero addormentata dopo pranzo.
Io mi ricordo che quando mi sono svegliata mia madre non c'era e mi hanno detto che era andate in ospedale a partorire.
Io mi ricordo che mio fratello volevo che si chiamasse Terence come l'innamorato di Candy.
Io mi ricordo che quando sono finiti i Cyborg in televisione mio fratello ha pianto tutto il giorno e io ho pensato che sarebbe stato triste per sempre.
Io mi ricordo il giorno esatto che mi hanno regalato un sari e uno anche a mia mamma, quasi identico.
Io mi ricordo il primo concerto, avevo quattro anni e stavo sulle spalle di mio padre.
Io mi ricordo che suonavano in piazza per la festa del quartiere e io dicevo a tutti che il batterista era un mio amico.
Io mi ricordo che mi tremava la pancia per via dei bassi.
Io mi ricordo il sapore del sugo che cucinava mia nonna.
Io mi ricordo che quando avevo cinque o sei anni, d'inverno, mi facevo sempre portare al mare a mangiare il gelato su una terrazza.
Io mi ricordo che mi portavano delle coppe enormi di vetro e dei cucchiaini molto belli e tutti erano gentili.
Io mi ricordo che pensavo che era una cosa come nei film questa di andare d'inverno in quel posto a mangiare il gelato.
Io mi ricordo mio Zio Guido che mi portava con lui in giro a governare gli animali e a cogliere i pomodori e che mi chiamava sempre “Bella di zio” e poi rideva tanto ché era contento che eravamo andati in campagna a trovarlo.
Io mi ricordo bene, ma proprio bene, l'odore della metropolitana a Parigi.
Io mi ricordo che quando ero piccola mia nonna e sua sorella avevano un bar a Fiano Romano, un bar che esisteva da prima della guerra.
Io mi ricordo che un giorno, avrò avuto quattro anni, un signore del Senegal o del Congo (questo non me lo ricordo bene) mi ha stretto la mano e io mi sono guardata per vedere se mi aveva macchiato.
Io mi ricordo che mi ha detto che non stingeva.
Io mi ricordo che mia mamma si è tanto vergognata ma io non capivo perché.
Io mi ricordo che la sera mia madre mi ha chiesto se il cicciobello nero che mi aveva regalato macchiava anche lui.
Io mi ricordo che ho detto di no, ma che poi ho controllato.
Io mi ricordo la prima volta che sono andata a teatro di sera, avevo nove anni.
Io mi ricordo che era l'Eliseo e che Anna Proclemer e Chiara Fanciulli facevano Anna dei Miracoli.
Io mi ricordo che ho avuto paura tutto il tempo.
Io mi ricordo che dal giorno dopo ho cominciato a fare al cieca, la muta e la sorda in giro per casa.
Io mi ricordo la domenica mattina che mia madre puliva la casa e metteva Contessa e altre canzoni così.
Io mi ricordo che mia madre mi spiegava le canzoni.
Io mi ricordo che salivo sull'aspirapolvere con i piedi e usavo il manico per cantare le stesse canzoni in Inglese. Io non sapevo l'Inglese.
Io mi ricordo che in quel periodo là di Contessa e di Avanti Popolo, io avevo una fissa per il Musical e volevo fare come Fred Astair e Ginger Rogers.

domenica 1 marzo 2009

Moving on

Pacchi, scatole, pacchi, scatole, busta, pacchi scatole libri, pacchi, libri, stovigle, pacchi, scatole, stoviglie, libri, buste...

©Cake - Rock 'n' Roll Lifestyle

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...